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Nell’est della Repubblica Democratica del Congo, sconvolto da dieci anni di conflitti, la donna è diventata un campo di battaglia. Lo stupro, la strategia di guerra di tutte le milizie ribelli per riuscire a dilaniare intere comunità. L’inviata Emanuela Zuccalà del settimanale Io donna (allegato al Corriere della Sera) ha incontrato molte di queste vittime tra le città di Goma e Bukavu, seguendo il lavoro delle organizzazioni locali partner di ActionAid. Il suo reportage sarà in edicola sabato 7 febbraio.

«Solo nel Sud Kivu, da gennaio a settembre 2008» scrive Emanuela Zuccalà «l’agenzia dell’Onu Unfpa ha censito 11.600 donne che hanno chiesto cure dopo la violenza carnale: per il 95 per cento di loro, gli autori erano miliziani. Nel Nord Kivu si stimano 30 mila vittime di stupro dal 98, ma quelle che tacciono per vergogna sarebbero molte di più(altro…)

di Valeria Zingale

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Immagini sexy e percezione della donna come oggetto. C’è una correlazione scientifica, secondo quanto emerso nel congresso dell’American Academy of Advancement in Science, in corso a Chicago. L’utilizzo di immagini femminili provocanti altera la percezione che gli uomini hanno delle donne, e li induce a pensare di agire direttamente su quei corpi. Secondo i ricercatori dell’Università di Princeton (Stati Uniti), coordinata dalla psicologa Susan Fiske, la vista di una donna in costume fa attivare le aree del cervello generalmente associate alla corteccia premotoria, e cioè quelle normalmente utilizzate quando si maneggiano degli utensili (martello, cacciavite, ecc.). Da qui la percezione della “donna oggetto”, confermata dalle risonanze magnetiche a cui sono stati sottoposti gli uomini, dopo aver visto le foto femminili.

In quegli istanti, – secondo la Fiske – l’uomo tende a pensare ai verbi “afferrare, maneggiare o spingere“.  (altro…)

acrobate_okUn cammino lungo mezzo secolo. La condizione femminile nel nostro Paese si è evoluta e ha raggiunto conquiste importanti. Ma a 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dalla rivoluzione sessuale e 30 dalla legge 194 restano ancora delle questioni irrisolte. Le donne si sono emancipate nel lavoro ma guadagnano meno: il 16 per cento in media rispetto agli uomini. Sono libere di scegliere della propria salute ma diminuisce la possibilità di vivere serenamente nella società: circa sei milioni di italiane sono vittime di violenze e di stupri. Vivono liberamente la propria sessualità ma utilizzano poco la contraccezione ormonale e quando lo fanno non ne parlano con il partner: solo 16 donne su dieci assumono pillola, cerotto o anello, e soltanto cinque uomini su cento sanno come funzionano i diversi metodi contraccettivi. Insomma a distanza di 50 anni le donne sono ancora costrette a inseguire pari opportunità, a scegliere tra carriera e famiglia.

A scattare l’istantanea di una realtà ancora troppo lontana dagli obiettivi è il volume Acrobate – a 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dalla rivoluzione sessuale e 30 dalla legge 194 – 20 ritratti di donne, in bilico fra la voglia di volare e il frigo da riempire” (Intermedia editore), presentato stamattina al Senato, nella sala dedicata ai caduti di Nassirya.  bellucci-damico (altro…)

di Valeria Zingale
MANIFESTANTI INCATENATI

Ci siamo indignati. Se bastasse questo per ottenere un “grande” risultato, dovremmo farlo più spesso. Dopo un lungo dibattito, l’aula di Palazzo Madama ha approvato, a maggioranza, un emendamento della Lega Nord (prima firmataria Rosi Mauro) al disegno di legge sicurezza, che vieta gli arresti domiciliari per chi ha commesso uno stupro, prevede l’arresto in flagranza e l’esclusione dai benefici della legge Gozzini (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, permessi premio e liberazione anticipata).

Per quanto sono convinta che questa non sia una soluzione al problema della violenza – ha commentato Rosi Mauro, vicepresidente del Senato e segretario generale del Sindacato Padano – penso però che abbiamo il dovere di essere vicini a tutte le donne, ai bambini e alle famiglie colpite da questi gravi fatti. Una vicinanza – continua Mauro – che non deve essere solo morale,  (altro…)