di Valeria Zingale

MESSINA – Nell’ambito del Corso “Donne, Politica e Istituzioni” organizzato dall’Università degli Studi di Messina, con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri – e coordinato dalla prof.ssa Antonella Cocchiara, si è svolta la tavola rotonda sul tema: “Come superare le asimmetrie di genere nelle istituzioni politiche”?

L’incontro ha preso le mosse dall’analisi del voto siciliano. Dall’elezione del Presidente antimafia Rosario Crocetta, alla riflessione sull’astensionismo, dietro il quale si cela, da una parte, la crescente disaffezione dei siciliani verso le istituzioni, dall’altra,  la crisi dei partiti tradizionali. Al centro del dibattito l’altro dato saliente venuto fuori dalle elezioni del 28 ottobre: l’affermazione del Movimento 5 Stelle come primo “partito” che ha ottenuto 15 seggi all’Ars con il 40% di donne. Su 15 elette al Parlamento siciliano, infatti, 6 sono grilline. Ed è proprio una grillina la più giovane deputata: Gianina Ciancio 22 anni, eletta a Catania.

Valeria Ajovalasit

Il movimento che fa capo a Beppe Grillo sta dando una lezione – ha affermato Valeria Ajovalasit, presidente di Arcidonna onlus, – perché ha eletto il 40% di donne. La Sicilia è cambiata, sono i partiti che non sono cambiati”.  Per Ajovalasit la legge elettorale siciliana è discreta ma non buona perché “non ci si può confrontare con gli elefanti”. Per aumentare la rappresentanza femminile sono stati adottati degli accorgimenti di natura legislativa che obbligano a candidare le donne, ma si deve fare molto di più per correggere una democrazia ancora oggi monca. C’è la necessità di norme antidiscriminatorie cogenti. Come è stato fatto in Campania, per esempio, con l’introduzione della doppia preferenza di genere  (l’elettore può esprimere due preferenze, una per un candidato di sesso maschile e l’altra per un candidato di sesso femminile della stessa lista). Lo stesso neogovernatore siciliano Rosario Crocetta si è espresso favorevolmente sul tema ed ora dovrà dimostrare con i fatti di voler mantenere la promessa fatta in campagna elettorale.

da sin. Dario Caroniti, Peppe Grioli

 Favorevoli all’introduzione della doppia preferenza di genere in Sicilia, anche i segretari cittadini del PD e dell’UDC, Peppe Grioli e Biagio Bonfiglio, i quali hanno sottolineato il valore aggiunto di cui sono portatrici le donne nella battaglia per il rinnovamento del Paese. Di diverso avviso l’esponente del PdL, Dario Caroniti, già assessore alle Politiche della Famiglia nell’ultima amministrazione Buzzanca, secondo cui la doppia preferenza non risolve il problema. Per Caroniti bisogna recuperare il senso di responsabilità.

Tra le relatrici dell’incontro anche Angela Bottari, Giusi Furnari, Esmeralda Rizzi, Elisabetta Raffa e Enza Sofo, in rappresentanza del Comitato messinese “Se non ora quando?”, un movimento trasversale di donne che opera a livello nazionale per dire basta al degrado della politica e della cultura.

da sin. Esmeralda Rizzi, Elisabetta Raffa

 Per Esmeralda Rizzi, esponente della CGIL (il sindacato con la maggiore rappresentanza femminile, pari al 40%), le norme sulle quote sono necessarie per ottenere la democrazia paritaria ma va fatta altresì una battaglia culturale.

Ci hanno insegnato ad avere i sensi di colpa, – ha affermato Enza Sofo, già vicesindaca nell’amministrazione Providenti  – serve un cambio di cultura. Noi donne dobbiamo essere nei luoghi delle decisioni”.

Per la giornalista Elisabetta Raffala politica è un feudo di potere, ragion per cui le quote sono indispensabili, perché non c’è l’abitudine di votare le donne”. Raffa ha posto poi l’accento sulla mancanza di servizi e supporti alle famiglie nella città di Messina (come asili nido, trasporti funzionanti) che rappresentano un ostacolo al raggiungimento della parità tra uomo e donna.

Angela Bottari

Per Angela Bottari, già onorevole nella VII legislatura (1976), bisognerebbe spingersi ancora più in là per la realizzazione di una democrazia paritaria, con una modifica della Costituzione in funzione delle norme di genere. Bottari ha poi evidenziato le responsabilità dei partiti tradizionali che non destinano le stesse risorse e gli stessi strumenti a donne e uomini. “Se le liste hanno personalità maschili forti, chi elegge una donna anche se brava? E quale donna – ha proseguito – accetta di candidarsi se sa di essere utilizzata solo per riempire la lista”? Secondo l’analisi della Bottari, – assolutamente condivisibile –  le donne che hanno conquistato il seggio all’Ars hanno già avuto un palcoscenico politico, grazie a precedenti esperienze di governo. Il caso del Movimento 5 stelle dimostra, invece, che quando si sceglie all’interno di una lista alla pari, le donne hanno le stesse possibilità degli uomini di essere elette, così come è avvenuto.

 Per il Movimento 5 stelle era presente Maria Cristina Saija, la quale ha evidenziato che per le candidature alle regionali non c’è stata alcuna scelta calata dall’alto, ma una selezione attraverso i curricula fatta dagli stessi attivisti, cosa che ha determinato l’elezione di giovani e di donne (l’età media delle candidate è di 30 anni). “La strategia migliore è la democrazia – ha concluso Saija – a prescindere dall’essere uomo o donna”.

 Erano presenti, tra gli altri, il politologo dell’Università di Messina Antonino Anastasi e la Presidente del CPO dell’Università di Messina, Mariaenza La Torre. Ha coordinato i lavori il prof. Alberto Russo dell’Università di Messina. Apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso dalle corsiste e dai corsisti che hanno preso parte all’incontro.