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M. Antonella Cocchiara

M. Antonella Cocchiara

di Valeria Zingale

MESSINA – “Il difficile cammino delle donne italiane verso la parità passa anche attraverso la toponomastica femminile”. Si apre con le parole della prof. M. Antonella Cocchiara l’incontro organizzato nell’ambito del Corso “Donne, Politica e Istituzioni” dell’Università di Messina, sul tema: Per una toponomastica femminile”.

Moderato dalla giornalista Rosaria Brancato, l’incontro , svoltosi in un’Aula della ex Facoltà di Economia alla presenza anche di numerosi studenti, ha offerto lo spunto per fare un’analisi su un’anomalia non solo italiana, né unicamente meridionale. Da Nord a Sud, la percentuale di strade intitolate a donne si attesta tra il 3 ed il 5 per cento. A Roma sono il 4%, a Catania il 2,1%, a Messina sono 53 su oltre 3000. Nessuna in ben due comuni del messinese, Valdina e Condrò.

La prof. Pina Arena e il cultore di storia patria storico Giovanni Molonia

Pina Arena e Giovanni Molonia

Si tratta, tuttavia, di una “dimenticanza globale”. Come evidenziato dalla prof. Pina Arena, referente della sezione didattica di “toponomastica femminile”, l’anomalia riguarda infatti anche grandi capitali straniere, come Parigi, Berlino, Madrid, Oslo.

E si scopre che le figure femminili che ricorrono di più sono Madonne, Sante, suore, benefattrici, regine “consorti” riconosciute dal potere maschile oppure donne senza cognome (si pensi alla via Zia Lisa di Catania, intitolata ad una commerciante che operava nel mutuo soccorso). Quasi nessuno spazio è dato alle 21 Costituenti italiane, alle donne del Risorgimento, alle scienziate. “Un vuoto di memoria – ha evidenziato Cocchiara – sul ruolo che le donne hanno avuto nella storia del nostro Paese. Quel velo d’ombra va tolto – ha proseguito ancora la docente – e va avviato con l’attuale amministrazione, sensibile verso questo argomento, un nuovo percorso per intitolare tante strade della città a donne italiane illustri e a donne messinesi che si sono particolarmente distinte per il bene comune”.

Saro Visicaro

Saro Visicaro

L’incontro ha così offerto lo spunto per chiedere ufficialmente all’amministrazione Accorinti di intitolare un tratto della strada di Santa Lucia a Lucia Natoli, Direttora dell’USSM (Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni di Messina), scomparsa tragicamente sei anni fa nel rogo del “Rifugio Del Falco”. Un’antesignana del femminismo che si occupava a tempo pieno di minori e che si ricorderà, altresì, per aver contribuito insieme ad altre 10 donne ad aprire il primo Consultorio autogestito di Messina, nel lontano 1979, nel quartiere di Santa Lucia sopra Contesse. La proposta d’intitolazione, avanzata dalla prof. Cocchiara e dai corsisti di “Donne, politica e istituzioni”, unitamente all’Osservatorio sui minori “Lucia Natoli”, è stata illustrata da Saro Visicaro, presidente dell’Osservatorio sui Minori, all’assessore alla Cultura e alle identità del Comune di Messina, l’antropologo Sergio Tedesco, presente all’incontro.

L'assessore messinese Sergio Todesco

L’assessore messinese Sergio Todesco

L’assessore della giunta Accorinti ha condiviso la proposta, evidenziando “l’esigenza di punteggiate i luoghi con le persone che segnano la storia quotidiana”. “Bisogna pensare seriamente – ha continuato Todesco – a ridisegnare i criteri della toponomastica e a ripensare la storia e le vicende locali a partire da quelle figure femminili e maschili che hanno lasciato un’impronta”. Il tema della toponomastica, riveste per Todesco, rilevanza culturale e pregnanza simbolica perchè è destinato ad orientare le persone. “Si tratta – ha affermato ancora l’assessore – di sottrarre all’indistinto un luogo che diventa domestico, in cui ci si trova bene”. Citando Marx, l’assessore ha evidenziato che chi detiene il controllo diventa parte attiva nella creazione dei valori dominanti. Ciò spiega la scarsa presenza delle donne in toponomastica: il genere maschile, che storicamente ha ricoperto un ruolo di egemonia, ha scritto le regole della toponomastica. Da qui l’esigenza di ridisegnare i criteri per assicurare la parità.  Questa amministrazione – ha concluso Todesco – punta al recupero di una maggiore umanità. Fare Messina dal basso significa farla tutti insieme. Non procederemo alla soppressione delle vie esistenti ma al ripensamento della storia per conferire senso a nuovi spazi e per far riappropriare le comunità dei luoghi”.

Ha preso parte al dibattito anche Giovanni Molonia, cultore di Storia patria e curatore del recente “Dizionario toponomastico della città di Messina”, che ha tracciato un approfondito quadro della toponomastica femminile messinese, dal quale è emerso che su oltre 1000 toponimi presenti solo l’1,7 per cento è dedicato alle donne.

Franca Sinagra Brisca

Franca Sinagra Brisca

Dino Sturiale

Dino Sturiale

Erano presenti all’incontro anche Franca Sinagra Brisca, giornalista, ex allieva del Corso Dpi e coautrice della mostra fotografica itinerante “Peppina, Maria e le altre…” dedicata ai percorsi di crescita e di lotta delle donne dei Nebrodi, e Dino Sturiale, editore del giornale online “Il carrettino delle idee”, il quale ha chiesto all’amministrazione anche l’intitolazione del cavalcavia a Gao, l’artista senzatetto scomparsa a gennaio dello scorso anno. 

L’Università degli Studi di Messina, su iniziativa e con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, attiva per l’anno 2011/2012 il primo ciclo della III edizione biennale di un Corso denominato “Donne, Politica e Istituzioni”, in continuità con gli analoghi percorsi formativi attivati dall’Ateneo tra il 2004 e il 2009 per favorire la diffusione della cultura di genere e della parità, promuovere le pari opportunità e qualificare e aumentare la presenza e la partecipazione delle donne nella vita attiva.

Il Corso è realizzato dal Dipartimento di Studi Europei e Mediterranei (DiSEM) dell’Ateneo e si avvale della collaborazione del Comitato Pari Opportunità dell’Ateneo, che lo ha incluso nel suo Piano di Azioni Positive

L’iscrizione al Corso è completamente gratuita.  (altro…)

di Lucrezia Zingale

25_pensione«Mantenendo in vigore una normativa in forza della quale i dipendenti pubblici hanno diritto a percepire la pensione di vecchiaia a età diverse a seconda che siano uomini o donne, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi di cui all’art. 141 CE» così conclude la quarta sezione della Corte di Giustizia Europea con la sentenza 13 novembre 2008.

In realtà la Corte non colpisce l’intero sistema pensionistico italiano, ma si pronuncia solo sul sistema dei dipendenti pubblici, ossia su quello dei dipendenti pubblici che beneficiano del regime pensionistico gestito dall’INPDAP, che costituiscono una categoria particolare di lavoratori. (altro…)

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di Paolo Pontoriere per Repubblica

Se non la si è ancora realizzata nelle redazioni dei giornali, sembra che la parità tra i sessi – almeno negli Usa e in termini numerici – si stia avverando sul web e particolarmente nell’area del blogging. Secondo una ricerca del Pew Internet & American Life Project, il 46% dei blogger statunitensi sarebbero per l’appunto donne.

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